Oggi ho pensato, dopo aver inutilmente tentato di cercare ispirazione per un post sul Museo Virtuale del Pinolo (esiste, ma ve lo risparmio, e' un sito ignavo, non vi do nemmeno l'url) e poi sul Museo della Civilita' Contadina di Fagagna (UD) che invece magari riprendero' in seguito perche' mi interessa, alla fine ho optato per una esperienza di fund raising che mi piace molto e che mi fa avere tanti pensieri positivi. O almeno ci ho provato, ma poi e' successo l'irreparabile.
Gli Amici della Linea Alta, ovvero Friends of the High Line, sono una sorta di comitato di quartiere che sta cercando di tutelare/valorizzare un tratto lungo circa un miglio e mezzo di ferrovia sopraelevata abbandonata, piu' o meno al centro di Manhattan (nel West Side di Manhattan dice il sito, io non inquadro granche’ neanche l'isola Tiberina quindi riporto quello che dicono gli Amici).
Perche' una sorta di comitato?
I promotori di questa iniziativa hanno costituito una associazione senza scopo di lucro (una "501(c)(3) non-profit organization") e hanno creato PARECCHIA attenzione sulla loro situazione con tutta una serie di proposte interessanti. Quindi sono un super comitato di quartiere, sono veramente bravi, comunicano in modo efficace, partono da presupposti sensati. Non ti immagini inquilini sciatti che straparlano e litigano tra di loro per qualsiasi cosa.
Ora, se penso al comitato di quartiere chez nous mi vengono irrimediabilmente in mente i miei genitori, persone pacifiche e molto educate, che partecipano alle riunioni per l'abbattimento della Tangenziale Est. Siamo a Roma, siamo a San Lorenzo, sono gli anni Novanta, ed in parte come promotori, ed in una seconda fase piu' come spettatori attivi, loro sono stati li' , con amici/vicini, a cercare di far abbattere questo mostro orrendo che ha sostituito un viale alberato (di cui si dice fosse molto bello) con i binari del tram in mezzo, durante gli anni Settanta.
L'idea principale dei comitati di quartiere sanlorenzini, alternatamente supportati o ignorati dalle sezioni locali dei partiti a seconda del momento elettorale, era quella di abbattere la tangenziale, deviarla, insomma, farla sparire in qualche modo dalla vista.
Sospetto che nessuno dei residenti nei dintorni abbia mai pensato che, forse, nonostante non si tratti proprio di un capolavoro (e una leggenda metropolitana ormai universalmente diffusa vuole che la vicinanza, diciamo cosi', un po' eccessiva, di alcuni palazzi ad una curva, sia dovuta ad un vergognoso errore di calcolo) forse un suo riuso potrebbe essere contemplato.
Perche' i miei genitori sono pacifici e molto educati? Perche' non si sono mai incatenati ai piloni, ad esempio (anche perche' i piloni sono un mondo malsano, di siringhe negli anni '80 e di immondizia oggi) . Non hanno mai piazzato dell'esplosivo alla base (sempre dei piloni) ma quello per ovvi motivi: la casa dei miei e della maggior parte dei non aficionados della tangenziale e' TROPPO vicina. L'esplosione rovinerebbe le facciate (nella migliore delle ipotesi), e bisognerebbe far spostare tutte le macchine (almeno quelle degli amici) e se qualcuno ha presente la situazione del parcheggio a San Lorenzo la sera, capite che forse il maggiore deterrente e' proprio quello di dover cercare un nuovo parcheggio prima di accedendere la miccia.
E poi ci sono persone che dormono, intorno ai piloni in alcuni spiazzi, oppure nelle macchine abbandonate
Il tritolo non va.
Ma sostanzialmente tutti erano daccordo sul fatto che la Tangenziale fosse il Male, negli anni Novanta.
Finche' non emerge, piano piano serpeggiando, alcune lettere al Corriere della Sera prima, poi un comitatino che si unisce... viene fuori l'idea che, cazzarola, la Tangenziale e' un bene culturale.
Non vi nascondo che questo concetto, approdato nelle case dei residenti di Viale dello Scalo San Lorenzo (ma anche in numerosi altri punti del percorso della Tangenziale) di livello culturale variabile, ha sollevato una serie di perplessita' e reazioni abbastanza animate.
Ora, per documentarmi per il post che state leggendo, sono partita dalla High Line ed alla High Line ritorno, anche se ormai deviando completamente dall'obiettivo iniziale, perche' trovo un sito che si chiama
www.amicidelmostro.org , e che raggruppa gli Amici della Tangenziale. O Gli Amici della Sopraelevata.
Ovviamente tra i link del sito dei Mostri c'e' anche quello agli Amici della Linea Alta.
Fortunatamente il sito dei Mostri sembra non essere piu' stato tanto aggiornato dal 2005, il che vuol dire che anche loro non amano piu' la Tangenziale oppure e' sempre nei loro architettonici cuori ma non la pensano piu' tutti i giorni? Comunque sia, scopro che effettivamente nel 2004 e’ successo che questa idea del bene culturale e’ passata, e’ stata promossa da un gruppo di architetti, ed immediatamente questi sono stati sospettati di essere in rapporti accademici con i progettisti della Tangenziale...perche’ altrimenti avrebbero voluto difendere un simile orrore?
Queste le ipotesi formulate da chi, abitandoci davanti, riusciva con fatica nel 2004 come 10 anni prima e come oggi, a vederne le qualita’ architettoniche e la bellezza estetica.
Un elemento che non aiuta la comprensione della situazione e’ che la Tangenziale, sfortunatamente, e’ FOTOGENICA.
Questo aspetto rende ogni polemica difficile con chi non la vive quotidianamente.
Andate a vedere il sito degli Amici del Mostro.
Dalle foto sembra una meraviglia (non le ho incluse, quelle belle, per supportare la mia tesi ovviamente, lo fanno anche i giornali, ma io l'ho detto quindi sono a posto con la coscienza)
Lucio Altarelli, Amico del Mostro, la definisce “alterita’ ferrosa” (da antropologa ex residente allo Scalo, trattengo un conato).
Di notte? E’ meravigliosa, bellissima, con le luci delle macchine, questi maledetti piloni, sono belli. Sono suggestivi.
Ma nelle foto non vedi lo sporco che c’e’ sotto e non senti il rumore, non senti 8 tipi diversi di sirene che passano a tutte le ore, l’ormai familiare rumore dei tamponamenti (che capitano sopra, sotto e accanto alla sopraelevata) e non ti godi lo strato di polvere che si alza tutto l’anno e ti arriva (misto a residui di emissioni nocive di tutti i tipi, ma quelli ci sono dappertutto) in casa a depositarsi sui mobili.
In pratica il traffico e le sue conseguenze sono duplicate dalla tangenziale, invece di una strada super trafficata ne hai due, una sotto, una sopra. E l'alterita' ferrosa d'estate, in quanto ferrosa, si scalda. E la temperatura dello Scalo lievita ulteriormente, surriscaldata dal ferro. La Torre Eiffel mica sta attaccata ai palazzi, senno' col cavolo che diventava l'icona di Parigi.
Allora tu pensi, magari questi disgraziati di Amici del Mostro pensano che se la trasformano in un parco urbano, che e’ poi alla base anche del progetto degli Amici della Linea Alta, abbiamo risolto un problema.
Allora penso, ma aspetta un attimo, questi Amici del Mostro sono parecchio simili agli Amici della Linea Alta. Anche loro vogliono trasformare il tratto in un parco urbano. Anche loro hanno un sito web.
Hanno, tra i sostenitori, nomi del mondo del cinema italiano (Age; Suso Cecchi d’Amico; Alessandro D’Alatri; Tullio Kezich; Gigi Magni; Mario Monicelli) cosi’ come gli Amici della Linea Alta hanno una lista (piu’ consistente, c’ e’ da dirlo) di gente che a Nuova York frequenta Hollywood e non solo (io sono arrivata agli Amici tramite un sito su Edward Norton, che e’ uno dei sostenitori).
Insomma, alla fine, dopo un po’ di giri, arrivo alla conclusione che i Mostri hanno copiato il modello promozionale della Linea Alta, ed io, che volevo proporlo in questo post, sono rimasta delusa.
Ma in realta’ mai avrei potuto pensare di farlo con la Tangenziale. A parte la conseguenza che i miei genitori, nel qual caso mi pronunciassi minimamente a favore di lasciare la tangenziale dov’e’ e semmai di imbottirla di fiori, mi negherebbero il pranzo della domenica per sempre.
A parte il fatto che forse e’ una questione di chiusura mentale dovuta al fatto che per 25 anni ho guardato quell'orrore tutti i giorni dalla finestra, e quindi vederci un orto botanico e’ impensabile.
Mentre vederlo esplodere come l’ecomostro di Punta Perotti a Bari sarebbe una visione meravigliosa.
Non importa se dopo ci saranno anni di lavori per smantellarla, per rifare tutto il manto stradale, i binari del tram, tutto, non fa niente. Tanto c’e’ rumore e polvere lo stesso.
Il punto che mi interessa e':
Perche’ la Tangenziale non e’ un ecomostro?Perche’ e’ un bene culturale? Chi si e’ permesso di tentare di patrimonializzare la sopraelevata? (Perche’ in realta’ dentro dentro spero che il tentativo non sia riuscito)
Tra l’altro, nonostante questi Amici del Mostro cerchino di emulare quelli di Manhattan, i loro tentativi sono in alcuni casi pietosi, e la totale mancanza di comprensione della situazione attuale emerge secondo me da questa sezione minore del sito. Qui un creativo architetto Amico presenta quelli che inizialmente mi sembravano degli sfondi (piuttosto brutti, anche) per il desktop, dei montaggi con palle di vetro contenenti tangenziali innevate, molto divertente, certo, e che lui stesso accompagna cosi’ :
“L'idea è quella di considerare la tangenziale un monumento come tanti altri.
Soprattutto vorrebbe suggerire alla "signora del quarto piano" che il souvenir del mostro comprato nella capitale dalla signora "mirandolettina"(veneziana doc) ha la stessa (mostruosa) dignità della sua "gondola tempestata di telline" comprata a Venezia, e messa in bella vista sul televisore del tinello.
A presto, Guido”
Io non abitavo al quarto, ma mi sento chiamata in causa lo stesso. A parte il fatto che se mi compro una gondola di cozze a Venezia lo faccio con cognizione di causa e per un insano gusto del kitsch pienamente riconosciuto e consapevole. Ma soprattutto perche’ con questo tono fastidioso da snob, Guido lascia intravedere la scena (immaginaria, ma neanche poi tanto) di una riunione di un qualche comitato di quartiere nel quale la sua “signora del quarto piano” esprime un disagio, e lo fa in modo evidentemente vernacolare (il riferimento all’acquisto di un souvenir di cattivo gusto come demarcatore di un basso livello culturale/sociale).
Mi auguro solo che la signora in questione ( e ho in mente qualche figura storica del quartiere con braccia possenti e che avrebbe potuto acquistare gondole e torridipisa) sia in qualche modo riuscita a mettere le mani addosso al patrimoniazzatore che la deride in questo sito. Perche’ e’ palese che quello che manca all’architetto Amico e’ la percezione del punto di vista di chi con quel Patrimonio ci deve convivere.
Non sono contraria alla trasformazione della Tangenziale in spazio verde, sebbene la manutenzione degli spazi verdi, almeno a Roma, sia abbastanza difficoltosa. Diciamo che il risultato, a tre mesi dall’inaugurazione, sarebbe quello di un tappeto di sporcizia ed erbacce ricresciute (non e’ pessimismo, e’ quello che e’ accaduto a molte aree verdi inaugurate con le mgliori intenzioni). MA si potrebbe lavorare su questo, sicuramente, sulla possibilita’ di mantenere realmente in funzione uno spazio bello e godibile.
Non sono contraria ad una trasformazione/recupero di tutta la struttura, incluse le parti al livello strada che oggi sono una piccola discarica/parcheggio.
Ma gli Amici del Mostro, secondo me, non usano strumenti convincenti. Gli Amici del Mostro sono snob, fastidiosi, e oppongono la loro conoscenza di cosa e’ architettonicamente giusto o sbagliato alla massa di ignoranti compratori di gondole di cozze.
La patrimonializzazione e' un processo di contrattazione e nulla e' patrimonio a priori, ce lo dicono le riflessioni teoriche di chi lavora proprio su questi processi (vedi Berardino Palumbo, Fabio Dei). Sospetto che gli architetti che tentano di inculcare il concetto di tangenziale/monumento nelle neandertaliane (secondo loro) menti dei sanlorenzini, siano lontani dal riuscire a contrattare una accettazione dell'idea. Invece sulla validita' e sulla condivisione del progetto della Linea Alta mi ha convinto Edward Norton (chissa' perche'...) nel video che trovate qui sopra.
Volevo inizialmente ricalcare il modello di azione degli Amici della High Line come esempio di comunicazione e fund raising efficace, e credo che forse lo faro’ in ulteriori post, a titolo di esercizio di stile. Pero’ questioni piu’ personali sono entrate in ballo, e anche se mi rendo conto che il mio e’ un approccio parziale e del tutto soggettivo (ma sono un’antropologa, e so che anche quello dell’architetto e’ un approccio parziale e soggettivo, ed anche quello dell’avvocato, e quello del macellaio) tuttavia ci sono cose che non si possono non notare, e sono elementi vistosamente controproducenti nell’approccio all’analisi di questo problema.
Non ce la faccio oggi a considerare la tangenziale un bene culturale, mi piacerebbe che i miei figli/nipoti un giorno trovassero una foto della sopraelevata e mi chiedessero “perche’ non c’e’ piu’?”
E vorrei rispondere, come per Punta Perotti, “e’ stato un esempio di civilta’”.
Oppure portarceli a passeggiare con il cane.