Gaai, pronunciato proprio cosi', nasce da un quesito posto da una ex collega portoghese (bellissima, sembrava una diva americana del muto) sulle scelte sessuali del nostro ex AD (che non e' la rivista di arredamento ma Amministratore Delegato). Essendosi interrogata sull'affascinante (argh) elemento, interrogava a sua volta colleghe piu' navigate nella ditta, dopo aver chiuso la porta dell'ufficio, se
Egli fosse o meno gaai.
Chissa' come si dice gay in portogallo. In italiano lo pronunciava cosi'. tirando la a forte.
Nesbica invece, questo grazioso incrocio tra nespola e lesbica, nasce dalla mente della portiera del palazzo di una mia amica, che cosi' definiva una inquilina di sua pertinenza.
I gaai e le nesbiche di Los Angeles hanno un
archivio interessantissimo (vedi
qui ) e lo scopro cazzeggiando su You Tube in un giorno di scarso input professionale. Il video che e’ nel post sottostante e’ li’ da un po’ ma non avevo avuto tempo di approfondire, cosi’ mi vedo qualche estratto video (ce ne sono un po’, numerati) nel quale viene presentato l’archivio, che comprende anche una parte audiovisiva e sonora, e fotografica, quindi mi interessa molto.
Scopro con grande interesse che sono organizzatissimi, che oltre ad aver messo i loro video su YouTube hanno anche un sito carino, sobrio, pieno di contenuti, con immagini d’epoca, che organizzano mostre importanti tipo
questa sugli omoveterani delle varie guerre (fino alle ultime) e quella sul
coming out durante la seconda duerra mondiale (macchenesapete voi ggiovani, e' il caso di dire, che magari qualcuno s'e' pure fatto lo scrupolo agli ultimi due gay pride a Roma, porca miseria uscire allo scoperto tra i bombardamenti deve
veramente essere stato difficoltoso).
Insomma scopro che hanno un livello di organizzazione per quanto riguarda il controllo della propria storia e della rappresentazione dell’omosessualita’ (e della bi e della transessualita’, insomma un sacco di cose) che il museo della zappa di Avellino potrebbe copiare tranquillamente e farci un figurone. Sono la Gay, Lesbian, Bisexual Transgender Historical Society (GLBTHS).
La missione:
1 The Gay, Lesbian, Bisexual Transgender Historical Society (GLBTHS) collects, preserves, and interprets the history of GLBT people and the communities that support them. We sponsor exhibits and programs on an on-going basis.
2 Our exhibit galleries are open Tuesday through Saturday, 1 to 5 p.m. The archives of the GLBTHS is one of the world's largest collections of primary source materials about GLBT history.
Filmmakers, academics, journalists, students, and others use the archives to craft truthful and inspiring representations of GLBT people.
In pratica controllano la costruzione della propria rappresentazione, attraverso la raccolta e tutela di documentazione sulla storia dei movimenti GLBS, delle rivendicazioni (ad esempio quelle che hanno portato all’introduzione della policy “Don’t ask, don’t tell” (con tutte le polemiche e le revisioni) che, grazie a Wikipedia, scopro essere un modo abbastanza ipocrita per gaai e nesbiche di sopravvivere nelle forze armate, semplicemente non manifestando sul posto di lavoro preferenze sessuali -l’argomento e’ ampio e c’e’ anche un po’ di bibliografia in wikip) .
In sostanza hanno un archivio serio perche’ sono organizzati, lavorano sulla propria autorappresentazione, sono solidi nella costruzione di strategie di comunicazione per confrontarsi con visioni contrastanti e potenzialmente omofobiche.
Hanno una importante base di fondi dai quali attingere, con donatori che vanno dalla California State Library all’Ufficio del Sindaco di Los Angeles alle Sorelle della Perpetua Indulgenza, che non sono un ordine di suore tolleranti ma una associazione che raccoglie fondi e finanzia progetti per il supporto ai movimenti GLBT (vedere per credere, e si divertono pure un casino) e organizzano anche delle feste spettacolari gia’ che ci sono. E la vodka Stolichnaya anche come sponsor, dai.
Come sempre quando vedo queste super associazioni che fanno dei fund raising cosi’ fatti bene mi viene una gran voglia di scappare oltreoceano, ed in questo caso, come a volte mi capita di pensare, anche dall’altra sponda, piu’ che altro perche’ gli eterosessuali single sono orrendamente tristi, mentre gli omosessuali single si divertono un casino.
Divagazione: mi hanno spiegato ultimamente un concetto che mi e’ piaciuto parecchio, anche se l’ho trovato poco applicabile nel mio mondo etero, quello del
Bluetooth.
Il bluetooth mi e’ stato definito come un “giovane gay che si puo’ passare in giro per la comitiva”. Ora magari detto cosi’ e’ un po’ brutale ma in sostanza il BT e’ un single omosessuale che se in una comitiva conosce piu’ di una persona che gli piace non si fa problemi a frequentarli tutti, magari in separata sede e con limitazioni dovute ad eventuali coinvolgimenti emotivi (insomma poi sembra che la comitiva che ospita il BT si debba regolare in base a leggi sue interne).
Fine della divagazione: se lo fa una donna (etero almeno) ovviamente e’ una mignotta, vedi tutte quelle che quando eravamo adolescenti ed erano anni di comitive, se si passavano piu’ di uno dello stesso gruppo erano bollate subito subito.
Insomma, tornando ai GLBT la morale del post e’ che hanno dei gran archivi (quello di LA e’ solo la punta dell’iceberg, ho trovato una pagina di link....) e si divertono di piu’, come dice
Sister Ann R Key nel sito delle Sorelle, che si e’ unita all'associazione per
“Fare politica, organizzare, dirigere azioni e ridere. Parecchio”
Vorrei vedere quanti possono dire la stessa cosa dopo 5 anni di lavori per i musei contadini.... Bisognera' lavorarci un bel po' su.
(nota: tutte le foto sono tratte dal sito della GLBT Historical Society)